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Vermiglio al Dublin International Film Festival

Vermiglio
Scritto da Redazione

Questa sera nell’ambito del Dublin International Film Festival e con il supporto dell’Istituto Italiano di Cultura – Dublino, si è svolta la proiezione di “Vermiglio”, il film pluripremiato della regista Maura Delpero. L’evento ha registrato il tutto esaurito, con un pubblico che ha accolto con grande calore la pellicola. La serata è stata impreziosita dalla presenza dell’Ambasciatore Italiano a Dublino, Nicola Faganello, e dalla partecipazione dell’attrice protagonista Martina Scrinzi, che ha risposto alle domande del pubblico in un Q&A dopo la proiezione. A seguire, la redattrice di Radio Dublino, Carmen Carmignano, ha avuto l’opportunità di intervistare Scrinzi, offrendo agli ascoltatori uno sguardo più approfondito sul film e sulla sua esperienza nel ruolo di Lucia.

Vermiglio al DIFF

La regista Maura Delpero in Vermiglio costruisce un universo cinematografico immersivo, che invita lo spettatore a entrare in un mondo sospeso tra realtà storica e suggestione poetica. Ambientato nel 1944, il film ci trasporta nel remoto villaggio alpino di Vermiglio, un luogo apparentemente immutabile, governato da ritmi e rituali ancestrali. La bellezza della natura contrasta con la durezza della vita: la mortalità infantile è alta, la fame è costante e la guerra, seppur lontana, si insinua nella quotidianità con conseguenze devastanti. L’arrivo di due disertori, Attilio e Pietro, porta un cambiamento irreversibile: mentre Attilio è un figlio del villaggio, Pietro è un forestiero siciliano che cattura l’attenzione di Lucia, la figlia maggiore del maestro Cesare. La loro storia d’amore, apparentemente romantica, diventa il fulcro di una serie di eventi tragici che sconvolgeranno l’intera comunità.

Maura Delpero si distingue per una narrazione asciutta e un realismo crudo che viene aiutato dalla fotografia di Mikhail Krichman, che realizza uno degli elementi più affascinanti del film: ogni inquadratura è studiata per valorizzare la relazione tra i personaggi e il loro ambiente in modo essenziale. Le scene di interni, spesso illuminate da una luce diffusa che filtra dalle finestre, evocano le atmosfere pittoriche di Mary Cassatt, mentre gli esterni montani ricordano le suggestioni di “Black Narcissus”. Il rigore della composizione visiva si riflette anche nella recitazione degli attori, che si muovono in un contesto scenico simile a quello teatrale. Recitazione non facilitata da un dialetto parlato 80 anni fa e la presenza di bambini e animali in tantissime scene.

Il cuore emotivo di Vermiglio risiede nelle dinamiche familiari e nel ruolo delle donne all’interno della comunità. Lucia, Ada e Flavia, le tre figlie di Cesare, incarnano diverse sfaccettature della femminilità oppressa dal contesto storico e sociale. Lucia, interpretata magistralmente da Martina Scrinzi, vive un amore che si trasforma in condanna; Ada, la figlia di mezzo, lotta con desideri proibiti e il peso della moralità imposta; Flavia, la più giovane, osserva e impara, crescendo con la consapevolezza delle ingiustizie subite dalle sue sorelle. Il film esplora con delicatezza e profondità il sacrificio richiesto alle donne per ottenere accettazione sociale e spirituale. La metafora di Santa Lucia, il cui martirio è rievocato in una scena chiave del film, diventa simbolo del destino imposto a Lucia e alle altre donne del villaggio. La dimensione religiosa, spesso usata per giustificare la sofferenza femminile, viene rappresentata con un approccio critico che mette in luce le contraddizioni di un sistema radicato nella cultura dell’epoca.

Il film è diviso in quattro stagione dove ognuna ha un suo significato. Il passaggio dall’inverno alla primavera diventa metafora della fine di un’epoca e dell’inizio di un futuro incerto per i personaggi. La conclusione di Vermiglio lascia un senso di malinconia e di inevitabilità: le scelte fatte dai protagonisti, spesso dettate dalla necessità di sopravvivere, si trasformano in condanne che li accompagneranno per tutta la vita. La regista ci ricorda che il prezzo della libertà è spesso troppo alto per chi è intrappolato in un mondo di regole immutabili.

La proiezione al Dublin International Film Festival è stata un’occasione per il pubblico irlandese (e dei tanti italiani che hanno riempito la sala) di scoprire il talento di Maura Delpero e di apprezzare una delle opere più significative del cinema italiano recente. Il film, proiettato in anteprima oggi, sarà distribuito nelle sale cinematografiche irlandesi dal 28 Febbraio.


Intervista di Carmen Carmignano a Martina Scrinzi

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