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Compostare o non compostare?

Scritto da Cristina Nicotra

Abbiamo sentito tutti la parola compostare, da anni, ed ora sembra aver ottenuto anche una sfumatura hipster. Ma cosa vuol dire compostare? Compostare vuol dire usare la parte umida dei nostri rifiuti, quindi rimanenze di cibo e piante, e trasformarli in un terriccio super nutritivo che può essere usato per le nostre piante in giardino, in appartamento/balcone o anche da regalare.

Considerando tutte le attuali incombenze domestiche, perche’ un* dovrebbe pensare di aggiungerene una nuova?

Protrei dire, perche’ ci vogliamo bene e l’inquinamento da rifiuti che possiamo personalmente evitare ci allungherà l’aspettativa di vita… mente il risultato pratico immediato e’: compostare a casa riduce la spesa della spazzatura in genere, perche’ ovviamente ne riduce la quantità.

Riduce di rifiuti organici nelle discariche e naturalmente la soddisfazione di creare qualcosa di estremamente utile da una fonte inaspettata. Spesso infatti il terriccio nutritivo che si compra nei negozi viene dalla torba (peat) che e’ presa dal bellissimo ecosistema dei bog irlandesi e lo decima, quindi proteggiamo anche la biodiversità!

Compostare infatti, riduce la quantità di umido mischiato a materiali potenzialmente riciclabili, che li rende inutilizzabili e che quindi finisco in discarica o bruciati, dove producono una moltitudine di gas serra più nocivi del CO2.

Inoltre credo di non essere l’unica a sentire un misto di nervoso, tristezza ed impotenza salire ogni volta che guardo il mio secchio della spazzatura: un mix di rimanenze di cibo con varie ed eventuali mischiate, di cui nulla verrà riutilizzato e se non sotto forma di gas nocivi o metalli pesanti. So che a Dublino siamo in molti ad avere lo stesso spettacolo. L’azienda che fa la raccolta della mia spazzatura, per esempio, non ha il famoso secchio marrone per l’umido, quindi purtroppo non ha molto senso differenziare.

Premettendo che dovremmo ridurre al minimo lo spreco di cibo, che e’ un problema serio il Irlanda ammonta ad 1 milione di tonnelate all’anno di cui il 60% e’ domestico e commerciale (vedi sotto).

Il piano d’azione irlandese per l’economia circolare, specificatemente nella sezione rifiuti, vede l’intenzione di avere una raccolta differenziata che preveda il così detto brown bin organizzato per tutti i cittadini dalle le autorità locali in collaborazione con il Department of Housing, Planning and Local Government. La ragione del coinvolgere questo dipartimento risiede nell’attuale situazione che vede in questo caso i cittadini residenti in appartamenti, considerati come entità commerciali, che quindi gestiscono l’umido diversamente. Il piano prevede il cambiamento della attuale regolamentazione per i proprietari. Buone notizie quindi.

Fortunatamente, come l’economia circolare ci sta insegnando sempre di più, rifiuti o scarti per qualcuno sono materia prima per qualcun altro, basta sapere chi ne ha bisogno. Il nostro sacchetto dell’umido e’ materia prima per quello che dai giardinieri irlandesi viene chiamato oro nero, il compost. Quando abbiamo la raccolta dell’umido, il processo di compostaggio e produzione di terriccio fertilizzate e’ fatto in modo industriale. Solitamente potete vedere esattamente dove viene lavorato sul sito dell’azienda che gestisce la raccolta nella vostra via.

Se l’idea di compostare a casa vi sconquinfera,

la domanda e’ quindi come composto se ho poco spazio, non ho un mio giardino, vivo in un appartamento o condivido?

Le migliori opzioni al momento sono due per chi ha a disposizione spazi piccoli ed al chiuso: compostiera Bokashi e compostiera wormery/vermicompost. Per entrambi i metodi infatti ci sono opzioni piccole, abbastanza da rimanere in cucina per esempio, ed entrambi non producono cattivi odori, invece presenti in altri tipi di compostaggio dove l’odore non e’ un problema perche’ posti un angolo del giardino/backyard o comunque all’aperto.
I principi sono differenti ma sono entrambe opzioni fattibili che danno un risultato simile, un eccellente fertilizzante organico.

  • La tecnica Bokashi e’ nata in Giappone e vede l’azione di un mix specifico di micro organismi della famiglia dei lieviti (bran) che si nutre dei nostri rifiuti organici in modo anaerobico, quindi senza l’aiuto dell’aria, secondo il principio di fermentazione.
    Contrariamente a tutti gli altri modi di compostare, i nostri micro organismi sono ghiotti anche di rifiuti animali, quindi carne pesce e latticini. La fermentazione si completa in 3 o 4 settimane dopo che il bidoncino e’ pieno. Il lato meno attraente di questo metodo e’ che il risultato della fermentazione dovrà essere dato via per finire il processo e poter essere utilizzato, infatti sono suggeriti due bidoncini per continuare a usare il nostro umido per il compost, e che i lieviti andranno ricomprati per ricominciare il ciclo.
  • La wormery invece utilizza un processo aerobico, quindi nel processo e’ utilizzata anche l’aria, pur sempre non producendo odori. Se per la tecnica giapponese abbiamo lieviti che fermentano il nostri rifiuti organici, in questo caso invece abbiamo dei vermi. La specie più consigliata sono  i vermi tigre, che si possono acquistare facilmente con la compostiera o a parte. In questa compostiera non possiamo buttare rimanenza di carne, pesce e latticini ma i gusci delle uova sono bene accetti. Il processo di trasformazione ha una durata di almeno10 settimane, in base alla dimensione del bidoncino. Alla fine avremo un terriccio nero profumato di natura che potrà essere utilizzato direttamente come concime per le piante.

Mentre il processo principale e’ in progress, entrambe le tecniche producono dell’acqua che e’ anch’essa un ottimo fertilizzate e può essere usata sulle nostre piante. Infatti alla base del bidone c’è un piccolo rubinetto che ci permette di drenare il nostro compost in divenire.

L’investimento per un bidoncino da compostaggio, da quello che ho potuto vedere comprando locale, con versioni carine di acciaio per entrambi i tipi, si aggira intorno ai 150€, ma sono disponibili anche modelli plastica piu’ economici. Naturalmente e’ uno di quegli acquisti “per sempre”, che ci farà per sempre risparmiare sotto diversi punti di vista.

Non nascondo che ci sono diversi accorgimenti da dover tenere conto quando cominciamo a compostare, perche’ stiamo davvero riproducendo un processo naturale e la natura e’ semplice e complessa allo stesso tempo. Ci sono molteplici risorse online da poter consultare, qui due siti come indicazione da dove si può cominciare sia per la Bokashi sia per la wormery. Consiglio inoltre di visitare il sito https://stopfoodwaste.ie/

Ci sono inoltre molteplici comunità Irlandesi virtuali e locali che sono molto attive al riguardo e dove e’ possibile scambiare informazioni ed esperienze sul nostro compost, facile trovare quelle vicino a voi con una piccola ricerca su internet o social media, specialmente usando la parola chiave “no waste”. In caso abbiamo prodotto più compost di quello che possiamo usare possiamo considerare di regalarlo al community garden locale o alle scuole vicine se hanno il giardino, e contribuire in modo piccolo ma concreto al benessere della nostra comunità.

Anni fa ho visto un film francese, di cui non ricordo nulla ma una fantastica ed elegante compostiera di vetro piazzata in salotto. All’epoca non avevo idea di cosa fosse esattamente, ma ne intuivo la naturale eleganza. Da allora sogno di averne una anche io… ad ognuno i suoi sogni, si sa de gustibus..

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Cristina Nicotra