Negli ultimi mesi non solo sempre più italiani chiedono di diventare cittadini irlandesi, ma anche tanti americani. L’Irlanda sta assistendo a un fenomeno migratorio inedito, alimentato da un sentimento di insicurezza politica e sociale negli Stati Uniti. Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca ha spinto un numero crescente di cittadini americani a cercare un’alternativa, e molti di loro hanno trovato nell’Irlanda la destinazione ideale. Questo flusso di migranti, soprannominati “Trumpugees” (una fusione tra “Trump” e “refugees”), ha visto un’impennata nelle richieste di passaporto irlandese.
Secondo un recente reportage di RTÉ Prime Time, nel solo mese di febbraio 2025 – il primo mese intero dopo l’insediamento di Trump – ben 4.327 cittadini americani hanno presentato domanda per ottenere il passaporto irlandese. Questo rappresenta un aumento significativo rispetto alla media degli anni precedenti e dimostra come la percezione della politica interna americana stia spingendo molti a cercare rifugio all’estero. Uno dei principali fattori che rende l’Irlanda una meta attraente è la possibilità di ottenere la cittadinanza per discendenza. La legge irlandese sulla cittadinanza consente infatti a chi ha almeno un nonno nato in Irlanda di richiedere il passaporto, una condizione che si applica a milioni di americani di origine irlandese. Questo ha reso il Paese una scelta naturale per chi desidera mantenere un legame con le proprie radici europee.
Le motivazioni dietro questa fuga dagli Stati Uniti variano, ma molte testimonianze raccolte indicano un comune denominatore: il timore per le politiche dell’amministrazione Trump. Alcuni cittadini si dicono preoccupati per il futuro dei diritti civili, per l’inasprimento delle leggi sull’immigrazione e per il clima politico sempre più polarizzato. Altri temono una deriva autoritaria o il possibile indebolimento delle istituzioni democratiche. Tra coloro che stanno cercando una nuova vita in Irlanda ci sono giovani professionisti, pensionati e persino intere famiglie. Alcuni hanno deciso di trasferirsi definitivamente, mentre altri vogliono semplicemente ottenere il passaporto come “assicurazione” nel caso la situazione politica negli Stati Uniti peggiorasse ulteriormente.
L’afflusso di nuovi cittadini dagli Stati Uniti ha sollevato interrogativi su come l’Irlanda stia gestendo questa nuova ondata migratoria. L’ufficio passaporti irlandese è stato messo sotto pressione dall’aumento delle richieste e ha dovuto riorganizzare le procedure per far fronte alla domanda senza precedenti. Questo ha portato a tempi di attesa più lunghi e a una necessità di potenziamento delle risorse amministrative. Dal punto di vista sociale ed economico, l’arrivo di cittadini statunitensi potrebbe avere effetti positivi. Molti dei nuovi richiedenti sono professionisti altamente qualificati che potrebbero contribuire all’economia irlandese, in particolare nei settori tecnologico e finanziario. Tuttavia, resta da vedere come il governo irlandese affronterà le sfide legate all’integrazione di questa nuova comunità.
L’ondata di “Trumpugees” rappresenta un fenomeno in continua evoluzione, che potrebbe aumentare nei prossimi anni a seconda degli sviluppi politici negli Stati Uniti. Con le elezioni del 2028 all’orizzonte, la possibilità di una migrazione su scala ancora più ampia non è da escludere. Nel frattempo, l’Irlanda si trova ad affrontare una situazione senza precedenti, che potrebbe ridefinire il suo ruolo sulla scena internazionale come rifugio per i disillusi dalla politica americana.