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La crisi dell’Alfa Romeo in Irlanda

Alfa Romeo Crisis Ireland
Scritto da Maurizio Pittau

C’è un’ombra sul Biscione. Lunga, densa, come un presagio. La storica casa automobilistica italiana Alfa Romeo sta affrontando una crisi di vendite significativa, con un impatto evidente in Irlanda, Italia e altri mercati chiave. Le vendite calano, il futuro traballa. Questa situazione solleva interrogativi sul futuro del marchio all’interno del gruppo Stellantis e preoccupa gli appassionati del brand in tutto il mondo. L’Alfa Romeo ha venduto solo 43 nuove vetture in Irlanda nel 2024, un numero sorprendentemente basso se confrontato con marchi concorrenti. Quarantatré. Un numero piccolo, quasi ridicolo, se confrontato con le 4.619 vetture vendute da BMW nello stesso periodo. Il mercato automobilistico irlandese è relativamente piccolo, con una media di circa 120.000 nuove auto vendute ogni anno. Marche come Toyota, Volkswagen e Hyundai dominano il mercato, vendendo rispettivamente 17.251, 13.520 e 11.049 unità nel 2024. Alfa Romeo? Un’eco lontana, un nome sussurrato tra gli appassionati. Le vendite di Alfa Romeo rappresentano una frazione minima del mercato totale e sollevano interrogativi sulla sostenibilità del marchio nel mercato irlandese e sulla possibilità di mantenere operativa la rete di concessionari nel paese.

Ciaran Cusack, responsabile della comunicazione e dei marchi presso Gowan Auto, importatore di Alfa Romeo per l’Irlanda, mascherando ottimismo ha dichiarato a The Irish Times: “Abbiamo solo tre concessionari nella rete Alfa Romeo, anche se prevediamo di espandere quel numero in futuro e far crescere il marchio in modo sostenibile in Irlanda. In effetti, uno dei nostri concessionari ha aperto una nuova showroom all’avanguardia alla fine dello scorso anno, che è una delle prime del suo genere in Europa.”  Le parole sono precise, pesate, ma dietro si avverte l’ansia di chi cerca appigli nel mare in tempesta. Cusack ha sottolineato che i concessionari irlandesi comprendono la posizione del marchio, riconoscendo che Alfa Romeo è un marchio premium di nicchia in fase di trasformazione e che l’attuale gamma non è quella su cui si baserà il volume di vendite. Il discorso è una stratificazione di promesse, scenari, fiducia: “Il lancio del nuovo modello Junior quest’anno ha cambiato le cose, permettendo ai clienti irlandesi di sperimentare il marchio a partire da poco meno di €35.000. Questo è il primo modello completamente elettrico per il marchio e il primo su una piattaforma Stellantis, quindi si può avere una buona indicazione del futuro del marchio da questo modello. Attualmente disponibile solo in versione completamente elettrica, l’arrivo della versione ibrida entro la fine dell’anno ci darà una grande opportunità di aumentare il volume e guadagnare quote di mercato.” Cusack ha inoltre evidenziato che la rete di concessionari è stata portata a Torino alla fine dello scorso anno per una visione esclusiva dei modelli in arrivo nei prossimi due anni e per mostrare loro il futuro del marchio con Stellantis, lasciandoli favorevolmente impressionati. Queste dichiarazioni indicano una strategia volta a rafforzare la presenza di Alfa Romeo in Irlanda attraverso l’introduzione di nuovi modelli e l’espansione della rete di concessionari, nonostante le attuali sfide nelle vendite.

Nata nel 1910 a Milano, Alfa Romeo ha una lunga tradizione di eccellenza automobilistica, con modelli iconici che hanno segnato la storia dell’automobilismo. Il marchio è noto per il suo design distintivo, le prestazioni sportive e l’innovazione tecnologica. Questi elementi hanno contribuito a creare una base di appassionati fedeli in tutto il mondo, che vedono in Alfa Romeo non solo un’auto, ma un simbolo di passione e ingegneria italiana. Fuori dai numeri, dalle showroom, dai piani di espansione, c’è altro. C’è la strada, la guida, il brivido, il piacere di guida. C’è la comunità di chi crede, di chi non vuole arrendersi. Nonostante le difficoltà attuali, la comunità di appassionati di Alfa Romeo rimane attiva e apassionata. In Irlanda, esiste un Alfa Romeo Owners Club che organizza eventi per gli appassionati del marchio Inoltre, gruppi come “Alfa Romeo IRELAND” su Facebook migliaia di membri che condividono la loro passione per queste vetture e che partecipano a raduni. Questi club e comunità svolgono un ruolo cruciale nel mantenere viva la cultura e l’interesse per il marchio, nonostante le sfide attuali.

Parliamo con Gianluca Micalella, alfista di lungo corso, proprietario di una Giulia e membro dell’Alfa Romeo Club di Dublino con cui abbiamo partecipato in passato a un raduno Alfa da lui organizzato (interviste e foto qui). “L’Alfa Romeo, essendo parte del gruppo Fiat, è stata spesso percepita come meno affidabile e non allo stesso livello di Mercedes, Audi e BMW.” Ci dice: “Questa percezione è in parte corretta a causa di aspetti come i sistemi di infotainment, la gamma di modelli e la presenza limitata del marchio Alfa in Irlanda rispetto ai concorrenti tedeschi premium, che  si deprezzano meno a causa di questa percezione. Tuttavia, quando si tratta degli standard di produzione e guida di Giulia e Stelvio, questo mi sembra ingiusto. Entrambi i modelli hanno vinto diversi premi internazionali, ma nonostante questi riconoscimenti da parte degli esperti, non hanno venduto bene in Europa, e in particolare in Irlanda.”.

La crisi non è limitata all’Irlanda. In Italia, le vendite di Alfa Romeo sono diminuite del 14% nel 2024 rispetto all’anno precedente, con 22.870 unità immatricolate Negli Stati Uniti, la situazione è altrettanto critica, con una diminuzione del 18% delle vendite, passando da 10.898 unità nel 2023 a 8.857 nel 2024,  Questi dati evidenziano una difficoltà crescente per il marchio nei suoi mercati principali. Questi dati riflettono una contrazione della domanda e una concorrenza crescente, soprattutto da parte dei produttori cinesi nel settore elettrico. La crisi globale di Alfa Romeo è il risultato di una combinazione di fattori che stanno mettendo a dura prova il marchio. La transizione verso l’elettrico rappresenta una sfida cruciale: mentre molti concorrenti hanno già consolidato la loro offerta di veicoli a zero emissioni, Alfa Romeo fatica a tenere il passo, rischiando di rimanere indietro in un mercato che si sta evolvendo rapidamente. A complicare la situazione è la riorganizzazione interna seguita alla fusione tra Fiat-Chrysler e PSA Group, che ha dato vita a Stellantis. La gestione di un portafoglio così ampio di marchi ha portato a decisioni strategiche difficili, con Alfa Romeo, Maserati e Lancia che insieme rappresentano solo l’1% delle vendite complessive del gruppo. La condivisione delle piattaforme con altri brand ha inoltre ridotto l’unicità dei modelli Alfa Romeo, compromettendone in parte il DNA sportivo.

Sul piano economico, Stellantis ha subito un calo del 9% nelle consegne globali nel quarto trimestre del 2024, con una flessione significativa soprattutto in Nord America e Cina, due mercati chiave. La qualità costruttiva rimane un tema delicato: sebbene negli ultimi anni siano stati fatti passi avanti, il marchio sconta ancora una reputazione segnata dai problemi di affidabilità degli anni ’80 e ’90, un’eredità difficile da cancellare. La mancanza di una strategia chiara ha ulteriormente aggravato la crisi. Continui cambi di direzione e modifiche nei piani di rilancio hanno generato confusione, erodendo l’identità del brand e rendendo la sua promozione poco incisiva. A tutto questo si aggiunge una gamma di modelli limitata rispetto ai principali concorrenti: per anni, Alfa Romeo ha puntato su pochi veicoli, riducendo le opzioni per i clienti e penalizzando i volumi di vendita. Tutti questi elementi stanno mettendo in discussione il futuro del marchio all’interno di Stellantis e sul mercato globale, in un contesto che richiede decisioni rapide e una visione chiara per garantire la sopravvivenza di Alfa Romeo come brand iconico.

Ci sono anche altri motivi piu’ propriamente locali di questa crisi. “La presenza di Alfa Romeo sul mercato irlandese è indubbiamente insignificante. Credo che ciò sia dovuto anche alla mancanza di iniziative di marketing e alla percezione che possedere una BMW o una Mercedes sia ‘posher'” dice Micalella con rammarico. “Inoltre, il mercato irlandese non ha la stessa radicata cultura automobilistica e ‘passione’ di paesi come Polonia, Spagna, Regno Unito, Italia e Francia. Molte persone in Irlanda tendono ad acquistare auto che sono popolari, affidabili e hanno un buon valore di rivendita, considerandole più come strumenti pratici piuttosto che oggetti di passione…  un po’ come una lavastoviglie. Quelli che hanno più soldi non pensano che sia una buona idea mettere 60.000 € sul tavolo per una Giulia come invece fanno per una A4 o una Mercedes Classe C! Quindi è più una questione di ‘status’ ed ‘ego’ che di avere la migliore auto da guidare. Il comportamento su strada della Giulia è da supercar, ma la maggior parte delle persone non sa distinguere tra una Tucson e una Giulia! Almeno, questo vale per la maggior parte degli irlandesi.” L’auto in Irlanda come un elettrodomestico. Serve, non deve stupire e emozionare.

Al netto del valore del brand e del numero di appassionati, la combinazione di vendite in calo, le sfide legate alla transizione elettrica, la situazione commerciale internazionale e le difficoltà interne al gruppo Stellantis sollevano preoccupazioni sulla possibile dismissione del marchio Alfa Romeo. Tuttavia, la passione e il supporto degli appassionati in Irlanda e nel mondo potrebbero giocare un ruolo fondamentale nel sostenere Alfa Romeo in questo momento critico. L’automobile è stata inventata dalla Mercedes. L’auto sportiva è stata inventata dall’Alfa Romeo. Chi guida un’Alfa Romeo lo sa. Sa che c’è un mondo dentro, un’idea di guida che altrove è andata perduta. Ma se il mercato non lo sa, non lo vede, non lo riconosce, cosa succede? Il rischio non è solo il declino. È la dimenticanza. Alfa Romeo può ancora salvarsi?

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Maurizio Pittau