Dal 9 al 27 marzo 2025, 10am to 7pm, la RDS St. Mary’s Church di Dublino ospita la mostra “ITALIA GENIALE – Design Enables”, un’esposizione dedicata alla bellezza, originalità e creatività del design industriale italiano. La mostra, già presentata all’Expo Dubai 2020 e successivamente riorganizzata per un tour internazionale, valorizza il patrimonio di marchi e brevetti italiani attraverso la storia, la cultura materiale e quella tecnica, sottolineando l’importanza del design come equilibrio tra forma e funzione.
L’evento inaugurale svoltosi ieri ha visto i saluti istituzionali dell’Ambasciatore d’Italia in Irlanda Nicola Faganello, del Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Dublino Marco Gioacchini, e un keynote speech “ITALIA GENIALE: Design enables. The beauty, originality and creativity of universally appreciated industrial design” tenuto dall’architetto Massimo Roj, CEO di Progetto CMR. Nel suo intervento, Roj ha evidenziato come il design industriale italiano sia un’eccellenza riconosciuta a livello globale, capace di coniugare estetica e funzionalità in modo innovativo.
La mostra è organizzata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, con il supporto dell’Ambasciata d’Italia in Irlanda, dell’Istituto Italiano di Cultura di Dublino, dell’Italian Trade Agency di Londra e della Camera di Commercio Italo-Irlandese.
“Italia Geniale – Design Enables” è un’occasione unica per scoprire il genio del design industriale italiano e il suo impatto sulla società. Un viaggio tra estetica, funzionalità e innovazione, che dimostra ancora una volta come il design made in Italy sia sinonimo di eccellenza nel mondo. La mostra a cura di Francesco Zurlo e Carlo Martino è strutturata in cinque aree tematiche, ognuna delle quali mette in luce il ruolo del design nella nostra quotidianità:
- Imagin-able: il design come mezzo per creare e inventare nuove realtà;
- Work-able: prodotti, servizi e sistemi che facilitano il lavoro;
- Relation-able: oggetti che favoriscono le relazioni tra le persone;
- Live-able: design legato al benessere fisico e mentale;
- Move-able: la libertà di movimento sostenibile e rispettosa dell’ambiente.
Con oltre 60 marchi rappresentati, la mostra include icone del design come Campari, Poltrona Frau, Flos, Artemide e Olivetti, oltre a innovazioni tecnologiche come Arduino e Mogu.
Tra le opere esposte, quattro pezzi hanno particolarmente colpito per la loro storia e il loro impatto nel mondo del design:
Vanity Fair (1930) – Poltrona Frau
Un classico senza tempo, simbolo del comfort e dell’artigianalità italiana. Questa poltrona, evoluzione della Chesterfield, è realizzata con una struttura in legno di faggio, molle in acciaio legate a mano e imbottiture in crine vegetale. Un pezzo che racconta la tradizione e l’innovazione nel mondo dell’arredamento.
Zizì (1953) – Pigomma, design di Bruno Munari
Un giocattolo che incarna la sperimentazione sui nuovi materiali degli anni ‘50. Creato con gommapiuma e uno scheletro in fil di rame, Zizì è una scimmietta che può assumere infinite posizioni, stimolando la creatività dei bambini. Un perfetto esempio di come il design possa abilitare il gioco e la fantasia.
Nemo (2010) – Driade, design di Fabio Novembre
Una poltrona-scultura che riprende la forma di un volto umano, ispirata ai codici classici della Magna Grecia. La sua struttura in polietilene crea un’atmosfera teatrale e onirica, trasformando chi la utilizza in un’entità anonima e senza tempo. Un oggetto di forte impatto estetico e concettuale.
Hannes (2019) – IIT Istituto Italiano di Tecnologia & INAIL
Una mano protesica robotica che rappresenta l’avanguardia dell’ingegneria biomedica. Progettata per garantire un’esperienza naturale agli amputati, Hannes si adatta dinamicamente agli oggetti afferrati, offrendo diverse tipologie di presa grazie a un sofisticato sistema meccanico. Un chiaro esempio di come il design possa migliorare la qualità della vita.
Nel video seguente una panoramica della mostra e le interviste a S.E. Nicola Faganello, Ambasciatore d’Italia in Irlanda, l’Architetto Massimo Roj, CEO del Progetto CRM e Marco Gioacchini, Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Dublino.