Nella puntata 418 di Radio Dublino, Maurizio Pittau ospita Enrica Ferrara, docente di letteratura italiana al Trinity College e scrittrice, per una conversazione intensa che intreccia vita, letteratura e identità.
L’intervista si apre con una panoramica sulla lunga permanenza di Enrica a Dublino, città che l’ha accolta oltre ventiquattro anni fa durante il boom economico della “tigre celtica”. Arrivata inizialmente per lavorare nel settore tecnologico, in aziende come IBM e SAP, ha progressivamente abbandonato quella carriera per seguire la sua vocazione accademica. Parallelamente al lavoro, ha conseguito un dottorato in letteratura italiana presso l’università di Reading, coltivando una passione che risale all’infanzia, quando già a tre anni leggeva e a sette scriveva poesie.
Enrica racconta la propria evoluzione da studiosa a scrittrice, culminata con la pubblicazione del suo primo romanzo, “Mia madre aveva una 500 gialla”, un’opera che affonda le radici nella sua biografia familiare. Il libro narra la storia di Gina, una bambina di dieci anni che vive il dramma della scomparsa del padre, Mario Carafa, figura ispirata al vero padre dell’autrice, Angelo Ferrara, politico della Democrazia Cristiana campana e direttore di banca, costretto alla latitanza per accuse di corruzione.
Il romanzo si configura come un thriller politico, ma è anche una profonda riflessione storica sugli anni di piombo, con riferimenti espliciti al caso Moro. Enrica suggerisce nel libro ipotesi alternative sui mandanti e sulle responsabilità, lasciando spazio a nuove possibili letture da parte di storici e lettori attenti. La narrazione si affida alla voce ingenua della protagonista, che osserva il mondo con gli occhi di un’infanzia improvvisamente segnata da eventi più grandi di lei. Una scelta stilistica che richiama, per ammissione dell’autrice, l’influenza di Italo Calvino, in particolare ne “Il sentiero dei nidi di ragno”.
Un ruolo simbolico importante è assunto dalla Fiat 500 gialla del titolo, guidata dalla madre Sofia, che rappresenta al contempo fragilità e forza femminile. L’auto diventa emblema di emancipazione in un’Italia ancora profondamente patriarcale. Non a caso, uno dei luoghi centrali del romanzo è la Sardegna, dove la famiglia si rifugia per ricongiungersi al padre latitante, in una regione scelta non solo per motivi narrativi ma anche per i ricordi personali dell’autrice legati a quell’isola.
Enrica riflette anche sulla difficoltà di pubblicare oggi in Italia. Causa l’abbondanza di scrittori, l’accesso all’editoria è complesso e fortemente selettivo. La sua esperienza, pur sostenuta da una carriera accademica e da numerose pubblicazioni scientifiche, è stata lunga e articolata: ha cominciato a scrivere il romanzo intorno al 2016, e solo alcuni anni dopo, grazie a un agente letterario, è riuscita a trovare una casa editrice importante e ottenere l’attenzione meritata. I diritti cinematografici del romanzo sono già stati venduti.
Nel corso della puntata si parla anche di vita in Irlanda e delle sue luci e ombre. Enrica, sposata con un irlandese, sottolinea come l’integrazione sociale non sia sempre semplice, specie nel creare amicizie profonde con gli irlandesi, per motivi culturali e comunicativi. Racconta episodi emblematici sulle differenze tra il modo italiano e quello irlandese di relazionarsi, offrendo spunti preziosi a chi vive o vuole trasferirsi in Irlanda.
Nonostante le difficoltà legate al costo della vita e alla crisi degli alloggi, l’autrice apprezza ancora profondamente il paese che considera la sua patria adottiva. Dublino, pur essendo una città piccola, offre una scena culturale dinamica, verde, spazi aperti e un buon equilibrio tra vita lavorativa e personale, soprattutto per chi ha una famiglia.
La puntata si conclude con riflessioni sulla scrittura, sulla verità come esigenza personale e sul desiderio di raccontare storie che altrimenti resterebbero silenziate. Enrica sta già lavorando a un secondo romanzo e si augura che il primo continui a viaggiare, ora anche grazie a una possibile futura trasposizione cinematografica. Un incontro che getta luce sulla complessità dell’identità italiana all’estero, sul potere terapeutico della letteratura e sulla bellezza, mai scontata, del raccontare.
Timestamps:
- [00:00:00] Introduzione alla puntata e presentazione dell’ospite
- [00:01:18] L’arrivo di Enrica Ferrara in Irlanda durante la tigre celtica
- [00:02:50] Esperienze lavorative in IBM e SAP
- [00:04:45] Scelta della carriera accademica e dottorato a Reading
- [00:06:30] Passione per la letteratura e la scrittura fin da bambina
- [00:08:15] Influenza di Calvino e studi in letteratura comparata
- [00:10:40] Difficoltà della carriera accademica e il sistema irlandese
- [00:13:20] Integrazione e relazioni con gli irlandesi
- [00:17:00] Aspetti culturali e differenze tra Italia e Irlanda
- [00:20:40] Vantaggi e svantaggi del vivere a Dublino
- [00:23:15] Introduzione al romanzo ‘Mia madre aveva una 500 gialla’
- [00:25:30] Trama e personaggi del romanzo
- [00:28:10] Contesto storico e riferimenti al caso Moro
- [00:30:25] Significato simbolico della Fiat 500 gialla
- [00:32:10] La Sardegna come rifugio e luogo di memoria
- [00:34:00] Voce infantile della protagonista e stile narrativo
- [00:36:20] Rivelazioni personali e silenzi familiari
- [00:39:00] Scrittura come bisogno e catarsi
- [00:41:00] Difficoltà del mercato editoriale italiano
- [00:43:40] Il ruolo degli agenti e dei corsi di scrittura
- [00:46:15] Consigli per aspiranti scrittori
- [00:49:00] La fortuna di Calvino in Italia e all’estero
- [00:52:00] Progetti futuri e saluti finali