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Referendum Costituzionale 20/21 Settembre 2020.

Quello che si terrà il prossimo autunno (20/21 Settembre 2020) sarà il quarto referendum costituzionale nella storia della Repubblica. Il Sì o il No dei milioni di italiani chiamati al voto saranno decisivi per il futuro delle nostre istituzioni:  ci si dovrà esprimere sulla proposta di legge relativa alla riduzione del numero dei parlamentari. In particolare, la rappresentanza dei parlamentari eletti nella Circoscrizione Estero passerà dagli attuali 18 a 12 con una riduzione del 33%.

Cosa si vota?

Ecco il testo che gli italiani si troveranno di fronte

«Approvate il testo della legge costituzionale concernente”Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n.240 del 12 ottobre 2019?»

A differenza dei referendum abrogativi, il referendum costituzionale non prevede il raggiungimento del quorum, ovvero la partecipazione della metà più uno degli elettori aventi diritto. La riforma costituzionale sottoposta a referendum, per essere approvata, richiede “solo” l’approvazione della maggioranza dei voti validi, indipendentemente dal numero di persone che si recherà ai seggi, come previsto dall’articolo 138 della Costituzione
Si vota, come detto, la riduzione del numero dei parlamentari: deputati e senatori.

Quattro gli articoli che compongono il disegno di legge Costituzionale che è  stato approvato  dal  Senato della Repubblica, in seconda votazione, con la  maggioranza  assoluta dei suoi componenti l’11 luglio 2019, e dalla Camera
dei deputati, in seconda votazione, con la maggioranza dei due  terzi dei suoi componenti, l’8 ottobre 2019.

  • L’articolo 1 della legge modifica l’articolo 56 della Costituzione riducendo il numero dei deputati dagli attuali 630 a 400 e il numero degli eletti alla Camera nella circoscrizione Estero da 12 a 8.
  • L’articolo 2 modifica invece l’articolo 57 della Costituzione riducendo il numero dei senatori da 315 a 200 e gli eletti al Senato della circoscrizione Estero da 6 a 4. Si abbassa anche il numero dei senatori assegnati a ogni regione da 7 a 3 e lo stesso discorso vale per le province autonome di Trento e Bolzano che vengono quindi equiparate alle regioni
  • L’articolo 3 modifica invece l’articolo 59 della Costituzione, relativo ai Senatori a vita, che non potranno essere in nessun caso più di 5 in carica contemporaneamente.
  • L’articolo 4, infine, definisce l’entrata in vigore delle disposizioni precedenti. Ovvero dalla  data  del  primo scioglimento o della prima cessazione delle  Camere  successiva  alla data di entrata in  vigore  della  legge  costituzionale  e comunque non prima che siano decorsi sessanta giorni  dall’entrata in vigore della legge.

 Come si vota in Irlanda?

Nei giorni scorsi, l’Ambasciata Italiana a Dublino ha diramato una comunicazione per gli italiani residenti in Irlanda

E’ possibile in alternativa, per gli elettori residenti all’estero ed iscritti all’Aire, scegliere di votare in italia presso il proprio comune di iscrizione elettorale, comunicando per iscritto la propria scelta (opzione) al consolato entro il 10° giorno successivo alla indizione delle votazioni. Gli elettori che scelgono di votare in Italia in occasione della prossima consultazione referendaria, riceveranno dai rispettivi comuni italiani la cartolina-avviso per votare presso i seggi elettorali in Italia.

La scelta (opzione) di votare in Italia vale solo per una consultazione referendaria.

Si ribadisce che in ogni caso l’opzione deve pervenire all’Ufficio consolare non oltre i dieci giorni successivi a quello dell’indizione delle votazioni, ovvero entro il giorno 28 luglio 2020. Tale comunicazione può essere scritta su carta semplice e – per essere valida – deve contenere nome, cognome, data, luogo di nascita, luogo di residenza e firma dell’elettore, accompagnata da copia di un documento di identità del dichiarante.

La scelta di votare in Italia può essere successivamente REVOCATA con una comunicazione scritta da inviare o consegnare all’Ufficio consolare con le stesse modalità ed entro gli stessi termini previsti per l’esercizio dell’opzione.

Come informarsi

Lo scenario delle ragioni del si e delle ragioni del no viene descritto dettagliatamente in queste settimane con accuratezza dalle interviste sul tema di Radio Radicale. Ed è analizzato in numerosi interventi di studiosi nonché nel saggio pubblicato «Meno parlamentari, più democrazia? Significato e conseguenze della riforma costituzionale» (edizioni Pisa University Press), curato da Emanuele Rossi, docente di Diritto Costituzionale all’Istituto Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo) della Scuola Superiore Sant’Anna.

Opinione personale di chi scrive è votare convintamente NO per tre ragioni.

La prima: con la attuale legge elettorale e con listini bloccati e candidati nominati, i nuovi parlamentari saranno decisi all’interno delle segreterie di partito, riducendo drasticamente il diritto popolare di scelta dei rappresentanti. Deputati e senatori risponderanno al segretario del partito e non più agli elettori.

La seconda: con questa riforma la rappresentanza politica sarà condensata nelle aree più popolose del Paese, a scapito di quelle con meno abitanti ma territorialmente più vaste, con una risicata tutela per le minoranze linguistiche.

La terza: eletto ed elettore non avranno più legami e ciò favorirà ancor di più l’allontanamento dei cittadini dalla politica, amplificando l’astensionismo ed il menefreghismo nei confronti delle pubbliche Istituzioni, soprattutto nei confronti del Parlamento, l’unico luogo dove il cittadino dovrebbe vedersi democraticamente rappresentato e che invece, lo abbiamo visto anche durante la crisi del COVID, è diventato quasi un inutile orpello. Un Parlamento con meno eletti, per giunta nominati, creerà di fatto una nuova cerchia ristretta di potenti.

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Felice Luca Maglione